trovare nuovi interlocutori nel mondo dei servizi finanziari
Lo scorso Ottobre la Consob nel consueto rapporto ci comunica che il 57 % degli italiani dice di ricevere una consulenza passiva e/o generica.
Inoltre sempre gli italiani dichiarano di non essere in grado di valutare la qualità del servizio che viene loro fornito….
Con l’arrivo della direttiva Mifid II l’aspetto consulenziale verrà sicuramente e maggiormente evidenziato e promosso, ma qui c’è da iniziare un grande lavoro di educazione finanziaria con la propria clientela, e quella potenziale, per offrire una vera consulenza personalizzata in maniera tale che le lacune e le carenze di cui sopra possano venire nel tempo rimediate.
Non sono mai riuscito a capire come si possano spendere giorni e giorni nella scelta di una automobile o delle piastrelle di un bagno e contemporaneamente decidere frettolosamente come allocare i risparmi di una vita, magari delegando totalmente senza capire cosa si stia facendo…..sto parlando di situazioni limite ….ma ne esistono e temo non siano ad oggi rare.
Molto probabilmente la responsabilità è’ anche degli operatori del settore , alcuni poco formati ed alcuni non particolarmente interessati a far evolvere la cultura finanziaria del proprio cliente, ma temo sia un errore strategico nel lungo termine.
D’altro canto e’ indubbio che cambiare intermediario finanziario rappresenti una fonte di stress ( ogni cambiamento ci destabilizza nel breve….) analoga ad un trasloco….non arrivo a fare analogie con il divorzio, non esageriamo.
Eppure molte situazioni di non soddisfazione derivano dalla procrastinazione , e questo succede in tutti i settori della nostra vita, ma il tempo in questo caso ci potrebbe remare contro…
La concorrenza si farà più accesa e le qualità del consulente andranno potenziate, ma il cliente dovrà essere disponibile anche a ricevere sempre un educational advice dal proprio interlocutore in primis per poter decidere meglio……..e per poter raggiungere nel tempo la propria felicità finanziaria.


1 Commenti
Michele
Dott. Poggi, anche questa volta ha perfettamente ragione.
Voglio aggiungere, però, che il cittadino comune, per quanto attento ai propri investimenti, non potrà mai essere scevro da condizionamenti dettati da regole finanziarie molto complesse.
E chi gli potrà dire che quello o questo investimento potrebbe andar bene o male?
Il cittadino ha fiducia del suo consulente (banca, società finanziaria, broker etc.) ed a lui si affida.
E' un po' come andare dal medico, dall'avvocato....mi pare.
Non siamo tutti così bravi da fare da soli ,come ad esempio "saltare" su una piattaforma e fare trading...
Allora il cittadino comune viene da lei, si affida a lei e lei sarà il professionista che lo guiderà e lo assisterà nelle sue scelte...con onestà intellettuale...
Un saluto michele